Lo sai che con la comunicazione non verbale, ovvero con i tuoi gesti, le tue espressioni facciali, i tuoi movimenti, il tuo aspetto influenzi gli altri?
In alcuni casi i gesti sono innati e spesso inconsci. Se invece impari a utilizzarli a tuo vantaggio, saranno dei veri amplificatori piuttosto che dei blocchi alla tua comunicazione. Un signore che mette la sua mano di fronte alla bocca quando parla, sembra che nascondi quello che dice. Le famose mani incrociate indicano una posizione di chiusura mentre appoggiare le mani sui fianchi comunica al contrario apertura. Una stretta di mano vigorosa ma non eccessiva è decisamente meglio della presa sfuggente o molla.
Gli studiosi P. Ekman e W. Friesen hanno elaborato una classificazione per interpretare la comunicazione non verbale e una griglia che individua le caratteristiche dei gesti all’interno di una situazione comunicativa. Da questi studi si è ispirato anche il famoso serial tv Lie to me.
In particolare scopriamo l’importanza dei gesti delle mani considerati tra quelli più “veri” in quanto collegati agli stati emotivi.  E sono meno controllabili dalla mente per la loro posizione periferica.
Avere il controllo dei propri gesti così come conoscere il significato dei gesti delle altre persone è determinante per comunicare efficacemente e per scoprire anche bugiee stato d’animo degli interlocutori.
Ecco la classificazione dei gesti delle mani.
Emblemi:  gesti intenzionali dotati di un significato preciso e socialmente condiviso. Possono essere  tradotti con il linguaggio: fare no muovendo il dito indice della mano, applaudire per dire bravo, pollice e indice che si strofinano per indicare soldi, l’indice davanti alla bocca per dire di fare silenzio, la mano a borsa oscillante che esprime, secondo il contesto, frasi del tipo: “ma cosa vuoi?”, “Ma che ci fai qui?”, “Ma chi ti ha chiesto niente?”.
Gesti illustratori: sono gesti che accompagnano le parole, la comunicazione verbale e illustrano quello che si sta dicendo (riprodurre l’azione del bere o del fumare). Essi hanno la funzione di facilitare la comunicazione. Possono servire a qualificare, rinforzare, contraddire la comunicazione verbale. Variano in relazione a fattori etnici e culturali.
Indicatori emozionali: gesti legati ad uno stato emozionale come ad esempio agitare i pugni in segno di rabbia.
Gesti regolatori: servono a regolare i turni del parlare e dell’ascoltare,permettono di accentuare il discorso nei punti di enfasi o per indicare un cambiamento nelle strategie discorsive (la mano che batte sulla gamba, accompagnando un’espressione come “Bene!” per indicare che la conversazione è finita). Si dividono in:
  • Indicano la fine o l’interruzione del discorso e l’alternarsi del ruolo degli interlocutori (chi parla/chi ascolta); (esempi sono il distogliere o volgere lo sguardo verso l’interlocutore, inarcare le sopracciglia, piccoli cenni del capo);
  • Posizione. Indica l’atteggiamento generale e il grado di attenzione. L’inizio e la fine di una posizione sono segnati da un evidente cambiamento posturale di almeno metà del corpo, lasciando però inalterata la distanza tra gli interlocutori.
  • Presentazione. E’ l’insieme di punti e posizioni che si mettono in atto durante la comunicazione. Finisce quando gli interlocutori si spostano modificando la distanza o l’angolatura, oppure interrompono o terminano il contatto interpersonale. Indicano il grado di coinvolgimento, la partecipazione emotiva e l’intimità fra gli interlocutori In genere chi ascolta compie più gesti regolatori di chi parla, proprio perché questo tipo di gesti servono per regolare l’interazione. Per questo motivo assumono una funzione di scansione legata alla comunicazione dell’altro piuttosto che alla propria.
Gesti adattatori: movimenti che hanno lo scopo di riequilibrare uno stato di tensione manifestato a livello somatico. Sono movimenti correlati con il soddisfacimento di necessità fisiche o espressione di stati emotivi, riequilibrano uno stato di tensione manifestato a livello somatico come, per esempio, toccarsi i capelli, giocherellare con un oggetto.
E ora che hai scoperto il potere delle tue mani, vuoi che la tua comunicazione verbale influenzi e persuada le persone intorno a te? Vuoi conoscere il significato dei tuoi gesti e dei gesti degli altri? Bene, scrivimi: sarasantoni@businesstude.com
E infine ricorda la regola aurea del mentalista Thorsten Havener: “La comunicazione non è quello che diciamo, bensì quello che arriva agli altri”.