Per meglio capire che cosa è veramente il potenziale, pensiamo ad una piccola ghianda. Immaginiamo di vederla per la prima volta durante una camminata in un bosco; accanto a noi non c’è nessuno che possa spiegarci cosa sia e a che cosa serva quella piccola specie di nocciolina. Che cosa penseremmo della ghianda in assenza di qualsiasi informazione? Ne saremmo attratti e incuriositi?
E’ probabile che ciò non accada e che la nostra attenzione venga naturalmente calamitata da altre specie del bosco quali i funghi, gli alberi di castagno o i faggi. Ma se qualcuno ci dicesse che quella piccola e insignificante ghianda ha in sé la forza di diventare una altissima quercia e capace di vivere centinaia di anni, non cambierebbe forse il nostro interesse nei suoi confronti? Assumere le prospettiva del potenziale significa esattamente vedere la quercia dietro la ghianda e provare la sensazione di grandezza e stupore che accompagna questa consapevolezza.
Ricordiamoci che questo vale tanto per le prestazioni delle persone che ci circondano quanto per le nostre, ed è innanzitutto su queste ultime che dobbiamo focalizzarci. Ed è quanto fa il coaching che si interessa dell’espressione del potenziale presente in noi partendo dall’assunto che ciascuno ha dentro di sé le risposte alle proprie domande e ai propri desideri.
Tratto da «Il coaching per te» Ed Avaliardi