L’insicurezza è la mancanza di fiducia nelle proprie capacità di ottenere un risultato. E’ quando dubitiamo di essere in grado di concludere un dato compito, o di imparare ad eseguirlo.  Ma c’è ancora altro. L’insicurezza è la paura di essere privi di qualcosa di essenziale, ossia di non essere all’altezza. C’è una famosa manifestazione di insicurezza chiamata sindrome dell’impostore in cui, persone competenti pensano di non avere la più pallida idea di come fare le cose e vivono nella paura di essere additate al mondo come truffatori. Sembra un dato sbalorditivo, ma il 70% della popolazione mondiale prima o poi, nella vita, teme di essere considerato un impostore. Questa sindrome dell’impostore  paradossalmente risulta più grave proprio nei soggetti più brillanti. Ogni anno alle matricole di Stanford, prestigiosa Università di Business americana viene chiesto: “Quanti di voi pensano di essere un abbaglio preso dalla commissione ammissioni?” E ogni anno circa due terzi dell’aula alza la mano.  Questo dato dimostra che anche i migliori e più brillanti studenti americani nutrono dubbi sulle loro capacità!  Lo stesso accade ai professionisti e proprio mano a mano che avanzano nella carriera: investiti di responsabilità più grandi, vengono assalti dai dubbi sulle loro abilità.
Ma da dove scaturisce tutta questa negatività? In realtà questi scogli sono il portato naturale di uno dei nostri più efficaci meccanismi di sopravvivenza. La negatività esiste per incitare all’azione, ossia a risolvere il problema oppure a togliersi da quella situazione. Emozioni come la paura  o l’ansia hanno uno scopo: spingere a non restarsene con le mani in mano. Basti pensare che in alcune circostanze la paura è pienamente giustificata: se ci troviamo in pericolo di vita è un bene che l’intero organismo mobiliti ogni sua risorsa per la sopravvivenza immediata. Ma nel mondo di oggi le situazioni per giustificare la risposta di lotta e fuga sono poche. Succede invece che a volte sotto gli effetti di stress, la mente crede di trovarsi in situazioni in cui fuggire o lottare: a quel punto dichiara lo stato di emergenza e disattiva tutte le funzioni che reputa essenziali in quel frangente. Questo significa che l’organismo riduce le attività cognitive, di pensiero logico proprio nel momento in cui ne avrebbe più bisogno. Ma a quale prezzo? Considerando che l’insicurezza, la paura  sono forme di negatività interiore che vanno ad incidere anche sui rapporti interpersonali, sulla gioia di vivere e di fare, sul lavoro, sul linguaggio del corpo, non è meglio imparare a gestirle?
Non è meglio farsi motivare dalla fiducia nelle proprie capacità o dal piacere di un lavoro ben fatto? La risposta è si! E ci sono tecniche di mental  coaching e programmazione neuro linguistica che hanno la forza di farci prendere distacco dalla negatività interiore, a tal punto che la voce critica insita in ognuno di noi si trasforma fino a farci sorridere.
Ora sta a te decidere. Vuoi allontanare la paura? Vuoi separarti dalla tua insicurezza e dalla tu voce critica? Vuoi vivere con più serenità e autostima la tua vita e la tua professione? Puoi farlo scrivendomi a Sarasantoni@businesstude.com