Immagina il mercato come un pianeta ricoperto di acqua. Acqua che forma due 2 tipi di oceano: oceani rossi e oceani blu. Gli oceani rossi sono i settori dell’industria e del business oggi esistenti: cioè lo spazio di mercato oggi conosciuto. Gli oceani blu, rappresentano tutti i settori che oggi ancora non esistono: questo è lo spazio di mercato incontrastato.

Negli oceani rossi i limiti di settore sono definiti e accettati da tutti. Le regole del gioco competitivo sono note: le aziende cercano di superare la performance dei rivali per accaparrarsi quote di domanda esistente sempre maggiori. Ma a mano a mano che lo spazio di mercato si affolla di nuovi players, le prospettive di profitto e di crescita si riducono e i prodotti diventano delle commodity, cioè beni per cui c’è domanda che, però, viene offerta senza differenze qualitative: il prodotto è lo stesso indipendentemente da chi lo produce, come per esempio il petrolio o i metalli. Quando avvengono queste situazioni, la competizione si fa all’ultimo sangue tingendo l’oceano di rosso. Un esempio noto è Nokia, scalzata in pochissimi anni, con l’avvento degli Smartphone, dalla posizione di leader mondiale di cellulari; posizione mai più recuperata per incapacità di innovarsi e di creare un nuovo mercato. Un altro esempio è Kodak, che non ha saputo controbattere alla fotografia digitale.

Intendiamoci, navigare al meglio nell’oceano rosso, battendo i competitors resta un obiettivo importante, ma oggi che l’offerta in molti settori supera la domanda, non sempre conviene darsi battaglia per strappare quote di mercato sempre più in contrazione perché spesso si rivela una strategia che non dà profitto. Oggi le aziende, per aumentare le entrate e cogliere nuove opportunità di crescita, devono dare vita a nuovi oceani blu.

Gli oceani blu, infatti, corrispondono ad uno spazio di mercato ancora incontaminato, ancora da scoprire, con la creazione di nuova domanda e l’opportunità di crescita redditizia. Qui, negli oceani blu, la concorrenza è irrilevante perché le regole del gioco sono da inventare.

Per dartene evidenza, ti metto a confronto i dati dello studio delle fasi di lancio di 108 aziende sia in oceani rossi che in oceani blu.

 

             L’IMPATTO DELLA CREAZIONE DI UN OCEANO ROSSO E DI UN OCEANO BLU – CONFRONTO

Hai notato che confronto spietato i due Oceani?

A questo punto ti starai chiedendo, come si fa ad andare nell’oceano blu?
Ci siamo: ciò che distingue chi riesce a creare nuovi mercati, rispetto a chi non ce la fa, è l’approccio strategico. Le aziende che danno vita ad un nuovo oceano blu, cioè le aziende che creano un nuovo mercato, non usano i concorrenti come benchmark, piuttosto seguono una diversa logica strategica: cioè creano la value innovation, l’innovazione di valore. I casi più eclatanti di creazione di value innovation e quindi di oceani blu degli ultimi decenni sono: Google, Amazon, Facebook, Apple, Uber, Tesla, Airbnb, Alibaba e Tencent. Queste aziende hanno creato dal nulla gli oceani blu, modificando le regole del gioco, o meglio ancora, inventando nuove forme di differenziali competitivi.

Ma come hanno fatto? E’ il momento di scoprirlo e di capire come avviene l’innovazione di valore, colonna portante della strategia oceano blu.

L’innovazione di valore avviene quando la strategia dell’azienda si concentra su 5 principali fattori:

  1. la creazione di uno spazio di mercato incontestato
  2. Aggirare la concorrenza
  3. Creare e conquistare una nuova domanda
  4. Spezzare il trade-off tra costo e valore
  5. Allineare l’intero sistema delle attività dell’azienda contemporaneamente su due obiettivi: la differenziazione dell’offerta e il contenimento dei costi

 

Seguendo questi 5 modus operandi e questo approccio strategico innovativo, anche la tua azienda può entrare in un oceano blu e navigare sicura. Ora sai come fare.

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